In questi mesi di emergenza sanitaria per il COVID-19 molte persone hanno (ri)scoperto la possibilità di collaborare da remoto. Numerosi sono gli strumenti liberi che possono venire in aiuto: Jitsi per le videoconferenze, Nextcloud per la condivisione di file, i wiki per la scrittura collaborativa di documenti... nonostante ciò, complice la fretta e spesso la mancanza di preparazione, molte istituzioni pubbliche hanno adattato soluzioni che mettono a rischio la privacy dei cittadini e che non offrono le garanzie a cui il software libero ci ha abituati.
Come Associazione per il software libero, abbiamo sottoscritto la lettera aperta del prof. Angelo Raffaele Meo che chiede alla ministra Azzolina di non promuovere piattaforme proprietare sotto il controllo dei giganti del web, ma anzi di dare seguito all'art. 68 del Codice dell'amministrazione digitale, che impone di preferire software libero, e di andare oltre adoperandosi perché software libero e formati e standard aperti diventino lo standard nella pubblica amministrazione.